21 dicembre 2008

 

Tra qualche giorno festeggeremo il Natale. Tutta la città è affaccendata nelle compere tipiche di questa ricorrenza ed anche in Apotélesma si respira aria di vacanza. Venerdì 12 dicembre alle 20,30 i soci si sono incontrati con amici e simpatizzanti per una cena pre-natalizia, nella quale oltre a gustare piatti tipici liguri, hanno potuto scambiarsi gli auguri di rito. Ospite d’onore e non a caso il Solstizio d’Inverno ovvero quel momento in cui, per noi che viviamo nell’Emisfero boreale, il Sole raggiunge, nel suo cammino apparente attorno alla Terra, il massimo valore di declinazione negativa. Questo momento cade proprio oggi mentre scriviamo, alle 12,04 ora di Greenwich: il Sole con longitudine 270° 0′ 01” e declinazione 23° 26′ 24” Sud  fa ingresso, nel suo viaggio lungo lo Zodiaco, nel segno del Capricorno.
Solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “Sole fermo” (da sol, ‘Sole’, e sistere, ‘stare fermo’): tra il 22 e il 24 dicembre il Sole sembra fermarsi in cielo; giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore e pare precipitare nell’oscurità. Ritornato poi vitale “vince” le tenebre e proprio il 25 dicembre inizia la propria rinascita. Il trionfo del Sole “non vinto” è stato ed è motivo di festeggiamenti presso paesi e culture distanti tra di loro, in quanto esiste un legame forte ed indissolubile tra il Sole e la vita sul nostro pianeta, legame che fu intuitivamente percepito dall’uomo già molto prima dell’acquisizione di nozioni scientifiche. Al disco splendente fu assegnata dalle varie culture una posizione chiave nei miti e lo si invocò con nomi diversissimi: Utu presso i Sumeri, Šamaš presso gli Assiri, Amon-Ra o Aton presso gli Egizi, Mitra presso i Persiani… fino al dio Sole di Emesa, il Sol Invictus, il cui culto, introdotto a Roma dagli imperatori di origine siriaca a partire da Caracalla, raggiunse il punto più alto con Aureliano. Questi ne portò a Roma da Emesa i sacerdoti e fece erigere al Sol Invictus a spese dello Stato un tempio, che fu consacrato il 25 dicembre 274, con una festa chiamata Dies natalis Solis Invicti. Un’ufficializzazione quasi dovuta in quanto, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell’impero. Aureliano fece inoltre inserire definitivamente nel calendario civile romano la celebrazione del 25 dicembre, come giorno del ‘Sole non vinto’, che trionfa sulle tenebre. Anche noi cristiani celebriamo la nascita di Gesù nella stessa data; fu l’imperatore Costantino a farla coincidere nel 330 con la festività pagana del Sol Invictus e fu Papa Giulio I ad ufficializzare la data del Natale da parte della Chiesa Cattolica nel 390, con una scelta che non ha nulla a che fare con una precisa conoscenza del giorno di nascita del Signore, giorno del quale non vi è traccia nei Vangeli e che ci è sempre stato ignoto. Un’eco dell’antica concezione è peraltro ancora presente nella Santa Messa e l’Antifona del 21 dicembre recita: “O Sole che sorgi splendor d’eterna luce e sole di giustizia, vieni ad illuminarci, ché siamo nella tenebra e all’ombra della morte”.

Buon Solstizio d’Inverno quindi e Buon Natale: che sia una grande festa di pace e fratellanza, piena di poesia per piccini ed adulti. Auguri a tutti da Apotélesma. E visto che ci siamo, approfittiamo di questi giorni di vacanza anche per leggere qualche buon libro di astrologia… lasciamo insomma che assieme al buonsenso ed alla tolleranza siano le stelle a farci da guida.

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